regia: Alessandro Panzavolta

con: Max Rassu

musiche e ambientazione sonora: Attila Faravelli, Enrico Malatesta, Giovanni Lami

fotografie: Marcello Galvani

 

 

Dal racconto “I Sonagli suoneranno per sempre” di Thomas Ligotti

 

Durante la lettura di un testo che tratta di accadimenti prevalentemente interiori si compongono nella mente di un lettore  immagini statiche di un ambiente familiare, si forma lentamente una cornice che contiene in un spazio definito l’immagine di qualcosa che sta al centro di questo spazio ma che non è riconoscibile. Una cornice  e un paesaggio interno alla cornice ben distinguibili ed il soggetto al centro fuori fuoco, deturpato da una patina di nulla, da una crosta mancante, da una screpolatura indifferente al senso. Il lettore si accorge che le immagini mentali percepite durante la lettura si sedimentano più lentamente dello sviluppo degli eventi narrati. Il flusso delle immagini che si genera durante la lettura procede dalla sequenza di lettere codificate, ma le descrizioni dei personaggi e degli spazi per quanto dettagliate siano lasciano spazio all’aggiunta di un tassello mancante che la mente cerca di integrare ripescando dai ricordi individuali, da immagini che si sono formate da altre letture o da racconti di altri.